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Trattamento aria compressa: al bando liquidi e impurità

Trattamento aria compressa: gli strumenti per garantire qualità e purezza

Trattamento aria compressa: un passaggio necessario per preservare processi produttivi e attrezzature, certamente, ma anche un obbligo di legge.

Ma facciamo un passo indietro: l’aria compressa è essenziale per molti settori, tanto da essere considerata la “quarta utenza” accanto ad acqua, elettricità e gas. Tuttavia, a differenza di queste tre, l’aria compressa non può essere comprata da un distributore, ma gli utenti devono produrla autonomamente, garantendone al contempo purezza e qualità.

Anche se sarebbe intuitivo credere che l’aria che respiriamo sia, per sua stessa natura, adatta ai nostri processi industriali come lo è per i nostri stessi polmoni, in realtà le cose non stanno affatto così.

L’aria ambientale, una volta compressa, amplifica impurità e umidità già presenti, rischiando così di danneggiare attrezzature a valle e prodotti finali. Ebbene sì: come l’acqua non trattata non è idonea per alimenti o farmaci, così l’aria compressa che non viene trattata può compromettere standard estetici (in trattamenti come la verniciatura, ad esempio, dove i contaminanti creano dei rigonfiamenti) come pure qualitativi (di farmaci, di alimenti, di prodotti di elettronica ecc ecc) in moltissimi processi industriali.

Normative specifiche, come ad esempio nel settore alimentare o farmaceutico, ne obbligano l’utilizzatore al trattamento, proprio per evitare contaminazioni e preservare la qualità del prodotto, ma parimenti molte applicazioni non vincolate dalla legge lo sono però, di fatto, a livello pratico. È dunque essenziale conoscere i requisiti richiesti e adottare soluzioni adeguate al fine di mantenere elevati standard operativi, tuttavia…. per molte realtà, non è così semplice tradurre le direttive in azioni concrete.

Questa difficoltà nasce dalla natura stessa della materia: la filtrazione, in tutte le sue declinazioni e così quindi pure la separazione di contaminanti dall’aria compressa, resta una materia insidiosa, con un discreto margine di divergenza tra princìpi, dati e teorie e la pratica, tanto che spesso è soltanto l’esperienza (dello specialista, del progettista, del brand che realizza strumenti dedicati) a rendere un’unità filtrante, come pure un separatore centrifugo, efficiente e durevole oppure parzialmente inefficace e quindi transitorio.

Restando sulla teoria, infatti, dovete sapere che l’aria compressa non trattata contiene un minimo di dieci contaminanti, che devono essere trattati affinché il sistema funzioni in modo sicuro, efficiente ed economico. L’acqua e, sebbene in misura minore, anche l’olio sono presenti in tutti i sistemi di aria compressa, e questi liquidi rappresentano generalmente solo il primo dei dieci contaminanti da trattare! Ma non è finita qui: spesso acqua e olio si combinano tra loro formando un fango aggressivo, oleoso e acido, che causa problemi come la corrosione delle tubazioni, danni permanenti a valvole, cilindri, utensili pneumatici, macchinari e la riduzione dell’efficacia di postrefrigeratori e scambiatori di calore.

È proprio qui che entra in scena l’esperienza di cui vi abbiamo parlato poc’anzi: la conoscenza maturata sul campo, nell’ambito della filtrazione e applicata un po’ in tutti i settori industriali e a tutti i passaggi produttivi. Quella stessa passione e competenza che ci ha legati, fin dal principio, al nostro partner internazionale d’eccellenza, Parker, che da sempre produce le cartucce per le nostre stesse unità filtranti a marchio GFT - Global Filtration Technology.

I separatori ad alta efficienza Parker, dei quali ci fregiamo di essere rivenditori autorizzati, infatti, sono stati progettati espressamente per l’uso con inter/postrefrigeratori per compressori d’aria o per la protezione dei filtri a coalescenza da una forte contaminazione di liquidi, concretizzando il perfetto equilibrio tra qualità dell’aria ed efficienza energetica, e fornendo così massima efficienza di separazione a costi operativi minimi.

I separatori Hypersep STH ed SFH di Parker sono molto compatti e facili da installare e vengono offerti con una gamma completa di attacchi filettati e flangiati. Non necessitano di una fonte di alimentazione esterna e funzionano automaticamente, per giunta senza alcuna necessità di manutenzione, rimuovendo non solo acqua e olio, ma anche ruggine e altre impurità, migliorando così significativamente le prestazioni dei filtri, degli altri componenti del sistema d’aria compressa e di eventuali altre apparecchiature a valle. Tutti i modelli filettati in alluminio presentano l’esclusivo trattamento di protezione superficiale Hiroshield, applicato sia all’interno che all’esterno, che garantisce ai separatori Hypersep un’elevata resistenza anche alle condizioni industriali più estreme, per una riduzione della manutenzione e dei tempi di inattività. La configurazione a basse perdite di Hypersep mantiene inoltre i costi energetici del sistema sempre al minimo. I separatori ad alta pressione esercitano una pressione massima pari a 40 bar(g)* presentano un corpo in acciaio inossidabile, sono configurabili sia orizzontalmente che verticalmente per un flusso d’aria dall’alto o dal basso. Tutti i modelli sono certificati PED.


Per un dettaglio di prestazioni e specifiche tecniche 
dei separatori d’acqua centrifughi Parker per la separazione di acqua, olio e altre impurità dall’aria compressa, non esitate a chiedere consiglio agli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology telefonando al 349 5965967 oppure tramite modulo contatti.

P.S: L’acqua non è un problema solo nell’aria compressa, ma anche in ogni tipo di olio, sia esso idraulico, lubrificante o carburante. Se volete saperne di più su questo argomento, leggete questo articolo dedicato alla rimozione dell’acqua dall’olio.

*Bar(g) indica la pressione in Bar al di sopra della pressione ambientale o atmosferica.

28 Novembre 2024
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